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  • 29 marzo

    CEDOLARE SECCA, COS'È E COME FUNZIONA

    La tassazione agevolata è applicabile solo rispondendo a determinati requisiti, a contratti di affitto tra privati per immobili residenziali

    Il termine “cedolare secca” è molto utilizzato e magari lo avrai sentito nominare da un amico o un collega che ha appena affittato il suo immobile optando proprio per questa soluzione. Se ti stai chiedendo cosa significa qui troverai le risposte alle tue domande.

     

    Con l'espressione “cedolare secca” si intende una tassazione agevolata applicabile solo rispondendo a determinati requisiti, a contratti di affitto tra privati (quindi sempre persona fisica e mai persona giuridica o impresa) per immobili residenziali.

     

    Sarà premura del locatore dell’immobile residenziale optare per questa soluzione in quanto, trattandosi di una tassazione semplificata, sarà lui per primo a giovarne fiscalmente.

    In altre parole, la cedolare secca consente di applicare un’imposta sostitutiva rispetto alla tassazione ordinaria IRPEF, sostituendo inoltre:

     

    •  Addizionali regionali e comunali IRPEF

     

    •  Imposta di registro

     

    •  Imposta di bollo

     

    PUÒ ESSERE APPLICATA A TUTTE LE TIPOLOGIE DI IMMOBILI?

     

    Cerchiamo di capire insieme a quali particolari requisiti dovranno rispondere gli immobili.

     

    Il proprietario dell’abitazione da locare dovrà dichiarare che la soluzione in questione risponda a determinati requisiti, prima di procedere con questa scelta.

     

    • Immobili residenziali, appartenenti alle categorie catastali dalla A/1 alla A/11, fatta eccezione per la categoria A/10 che comprende uffici o studi privati. Inoltre sulle relative pertinenze locate congiuntamente all’abitazione e quindi box, garage, cantine, posti auto etc., purché menzionate nel contratto.

     

    • Immobili ad uso commerciale, questa possibilità non è più attuabile, almeno per l’anno in corso.

     

    BASE IMPONIBILE E ALIQUOTA DELLA CEDOLARE SECCA? 

     

    L’aliquota della cedolare da corrispondere è del 21%, nel caso di contratto libero e del 10%, nel caso di contratto a canone concordato. Quest'ultima è entrata in regime grazie alla Legge di Bilancio 2020.

     

    La base imponibile su cui applicare l’aliquota è data dal maggiore importo tra i canoni di locazione maturati nel periodo di vigenza della cedolare secca e la rendita catastale rivalutata del 5%.

    La somma dovuta deve essere versata in acconto e saldo, secondo i termini previsti per l’IRPEF.

    Autore: Scriba Press
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